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Il ruolo del logopedista e dell'analista del comportamento nel trattamento dell'autismo

L'autismo è un disturbo caratterizzato da un significativo deficit nella comunicazione, nel linguaggio, interazione sociale e interessi ristretti/comportamenti stereotipati.

Questi deficit pongono il bambino con autismo a rischio per ciò che concerne comportamenti maladattivi, deficit accademici e sociali. (La Rue, Weiss e Cable, 2014).

Proprio a causa di tali deficit, i bambini vengono indirizzati solitamente a terapisti del linguaggio (logopedisti) e analisti del comportamento, i quali, sebbene condividano gli obiettivi, spesso differiscono nei metodi di intervento. 

L'articolo di La Rue, Weiss e Cable (2014),si pone come scopo quello di fornire indicazioni per un intervento efficace nei disturbi della comunicazione in bambini con autismo per entrambe le discipline ( logopedia e analisi del comportamento), e suggerisce strategie per una collaborazione efficace tra questi due specialisti al fine di promuovere programmazione e qualità del servizio.

I deficit nell'area della comunicazione e delle abilità sociali, pone i bambini a rischio di sviluppare comportamenti problema significativi. Spesso infatti, si presentano comportamenti stereotipati, aggressione, autolesionismo, pica, distruzione di oggetti, e vocalizzazioni inappropriate.

In molti casi, tali comportamenti servono a funzioni comunicative. In assenza di mezzi efficaci di comunicazione di quelli che sono bisogni e desideri, i bambini con autismo spesso comunicano attraverso questi comportamenti, al fine di accedere a rinforzo positivo (che sia esso rinforzo tangibile o attenzione) o accesso a rinforzo negativo (ovvero evitare istruzioni e richieste o sensazioni fastidiose).

E' essenziale dunque per questi bambini ricevere un intervento intensivo e mirato alla risoluzione dei deficit di comunicazione; obiettivo questo, che dovrebbe essere parte integrante dei programmi di intervento sia del logopedista che dell'analista del comportamento.

La stretta relazione tra comportamenti maladattivi e abilità comunicative, sottolinea l'importanza di una interazione collaborativa tra analisti del comportamento e logopedisti.

Da sempre infatti, i logopedisti e gli analisti del comportamento si occupano di autismo infantile. 

L'alleanza tra questi due campi, però non è sempre stata semplice, in quanto spesso l'approccio delle due discipline all'acquisizione del linguaggio è diverso. 

Tuttavia, bisogna che si appianino i contrasti tra questi due campi professionali, al fine di conseguire un approccio integrato e comune che possa ottimizzare il trattamento e assicurare il successo del trattamento. 

La collaborazione tra questi due campi, infatti, promuove una programmazione comprensiva che massimizza la qualità del servizio fornito al paziente con autismo. 

I bambini con autismo, così come sembra emergere dalla ricerca, rispondono a una varietà di forme di comunicazione; essi possono apprendere con efficacia il linguaggio verbale, la lingua dei segni, PECS, e comunicazione aumentativa con uso di strumenti elettronici, in base alle loro competenze; infatti, sarebbe inappropriato ad esempio, insegnare il linguaggio vocale ad un bambino con profonda aprassia.

I bambini con autismo a basso funzionamento, sembrano rispondere meglio al sistema pecs con prompt visivi per la comunicazione. 

Cos'è l' FCT (functional communication training)?

I bambini con autismo spesso presentano comportamenti maladattivi. Alcune topografie di comportamento sono stereotipate, ritualistiche, altre invece maladattive (aggressione, distruzione, autolesionismo, capricci..etc) e interferiscono con l'apprendimento.

Generalmente tali comportamenti sono mantenuti da rinforzo positivo o negativo (accesso ad attenzione, tangibile, o evitamento di eventi avversivi). La funzione del comportamento maladattivo viene determinata conducendo un'analisi funzionale (FBA).

L'analisi funzionale prevede l'uso di interviste, osservazione del comportamento, osservazione di antecedenti e conseguenze e manipolazioni dell'ambiente.

Una volta identificata la funzione, il terapista insegna al bambino ad accedere al rinforzo (attenzione sociale, oggetti e attività preferite, o evitamento di istruzione e rimozione di uno stimolo avversivo), usando una FORMA ALTENATIVA DI COMUNICAZIONE. 

Una componente essenziale del trattamento è la selezione della giusta modalità di comunicazione alternativa. 

In questo processo è essenziale la collaborazione tra analista del comportamento e logopedista; 

L'analista del comportamento infatti, ha il ruolo dell'identificazione della funzione del comportamento maladattivo, e nella determinazione di una appropriata abilità alternativa. 

Il logopedista invece, aiuta nell'identificazione della modalità di comunicazione funzionale alternativa, che può essere insegnata al bambino con successo in base alle sue competenze, ed identifica le opportunità per l'insegnamento nel contesto naturale. 

La risposta alternativa infatti, deve essere nel repertorio del bambino, efficace anche in altri ambienti e nell'uso quotidiano.

Una delle paure dei clinici che implementano l'FCT è quella relativa allo sviluppo di altre modalità di comunicazione. 

Ovvero genitori, insegnanti e spesso anche terapisti, hanno paura che se il bambino semplicemente segna oppure seleziona un'immagine per comunicare, non vocalizzerà mai la risposta. 

Questa paura può essere un impedimento all'implementazione della comunicazione funzionale di una risposta alternativa. 

è importante che entrambi gli specialisti educhino i genitori e gli insegnanti rispetto a questo concetto. Ci sono dati in letteratura piuttosto significativi (Christy, Carpenter, Le, LeBlanc & Kelley, 2002) che dimostrano che tali paure sono infondate. 

Al contrario, il training alla comunicazione funzionale (FCT) con qualsiasi modalità (gesto, immagine, vocale) promuove lo sviluppo della comunicazione vocale. 

Lo sviluppo dell'abilità di comunicare in maniera funzionale è associata con l'emergenza del linguaggio vocale in bambini che usano lo scambio di immagini (PECS), ad esempio. (Bondy e Frost, 1994;2001).

Come massimizzare il contributo di logopedista e analista del comportamento?

Il logopedista è formato nella produzione meccanica del linguaggio e nello sviluppo del linguaggio e della comunicazione.  Egli determina la giusta modalità di comunicazione in base alle competenze del bambino e si confronta con il team di professionisti in merito agli obiettivi comunicativo/linguistici del bambino. 

I Logopedisti fungono inoltre da consulenti e tutor per gli altri professionisti che lavorano con il bambino in merito agli obiettivi e le tecniche per assicurare un adeguato sviluppo del linguaggio e generalizzazione in altri contesti.

l'Analista del comportamento spesso lavora in un ruolo di addestramento (training) e consulenza, si occupa dell'analisi e trattamento dei comportamenti maladattivi e indirizza gli obiettivi nell'apprendimento e acquisizione di abilità (selezione dei target e materiali, identificazione di prompt e pianificazione della generalizzazione). 

La comunicazione è inerente anche all'analista del comportamento che, di solito in collaborazione con il logopedista, esamina comne gli individui con autismo comunicano i loro bisogni e volontà.  L'analista del comportamento esamina il comportamento maladattivo e ne identifica la funzione, e si occupa di rimpiazzare tali comportamenti con comportamenti comunicativi alternativi e funzionali.

La specializzazione di ognuna delle due discipline può supportare una programmazione efficace. 

Mentre il logopedista raccomanda la specifica modalità di comunicazione, l'analista del comportamento, identifica le caratteristiche del bambino che possano associarsi a un puù veloce apprendimento del sistema di comunicazione (Frost e Bondy, 1994). 

Mentre l'analista del comportamento guida il team a modificare il trattamento in relazione alla raccolta dati, il logopedusra guida la generalizzazione delle abilità in un ambiente naturale. 

Insieme, i progessionisti possono strutturare un ambiente di insegnamento che consente le massime opportunità di apprendimento delle abilità fissate come obiettivo.

I logopedisti  e gli analisti del comportamento possono apprendere l'uno dall'altro. La collaborazione tra le discipline risylta più efficace nella programmazione, nella costruzione di abilità comunicative e nella riduzione di comportamenti problema. 

se implementato efficacemente, il training alla comunicazione funzionale, è rinforzante per il bambino, la famiglia e lo staff. (La Rue, Weiss, Cable, 2014)

 

Bibliografia

Robert LaRue, Mary Jane Weiss, and Mary Kelly Cable, (2014) Functional Communication Training: The Role of Speech Pathologists and Behavior Analysts in Serving Students with Autism

Bondy, A. & Frost, L. (1994). The picture exchange communication system. Focus on Autistic Behavior, 9, 1-19.

Bondy, A. & Frost, L. (2001). The Picture Exchange Communication System. Behavior Modification, 25, 725-744.

sintesi e traduzione a cura di:

Dott.ssa Marika Cefariello

Logopedista

Master I livello in Applied Behaviour analysis (ABA)

sintesi dello studio di La Rue, Weiss & Cable, 2014.

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